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Il Prosecco

Un ascendente strepitoso
12.05.2020
6 min.
Fermatevi, chiudete gli occhi, lasciate i pensieri da parte e tornate indietro, a quei momenti felici, spensierati, di gioia e condivisione. Chissà, magari quel pranzo di Natale con tutti, ma proprio tutti, i frizzanti parenti; oppure, quella cena briosa organizzata con tanto impegno per la persona che vi fa battere il cuore; o magari, quel momento in cui avete, dopo anni di sacrifici e dedizione, raggiunto un importante obiettivo. Oltre alla felicità, alla gioia e alla buona compagnia, probabilmente qualcos’altro non è mancato all’appello in tali occasioni… non vi viene proprio in mente nulla? Ma è chiaro: il Prosecco! Per noi italiani è motivo di orgoglio, ma soprattutto un must che non manca quasi mai per fare cin cin.

La storia… e voi da che parte state?

Il Prosecco è un vino, che a seconda del perlage (ossia il grado di effervescenza, cioè la concentrazione di CO2), può essere tranquillo, frizzante o spumante e si ottiene dalle uve del vitigno Glera. Viene prodotto attraverso il metodo Martinotti o Charmat, che differisce dal metodo classico utilizzato per lo Champagne perché prevede la rifermentazione del vino in autoclave.



Prosecco e Nord-Est sono sinonimi. Infatti, le terre elette per la produzione di bottiglie DOC e DOCG si trovano in Veneto e in Friuli-Venezia Giulia: zone con un forte legame storico e culturale con il vitigno Glera. In realtà, stabilire con precisione dove sia nato il Prosecco o dove sia stata coltivata per la prima volta l’uva Glera è un arduo compito e le versioni degli studiosi spesso differiscono tra loro.

Alcuni affermano che tale eccellenza tragga origine dal vino Pucino, citato da Plinio il Vecchio tra 77 e 78 d.C. che scriveva che questo vino, ottenuto da vitigni localizzati sull’attuale costiera triestina, possedeva proprietà benefiche per la salute. L’imperatrice Giulia, moglie dell’imperatore Augusto, faceva ampio consumo di tale prodotto e a ciò attribuiva il suo ottimo stato di salute e la sua veneranda età. Dunque, secondo questa teoria il Prosecco trae origine dall’omonima cittadina oggi situata in provincia di Trieste, la quale, fin da tempi antichi, è una zona ad alta vocazione vitivinicola. Un’ulteriore conferma verrebbe dalla testimonianza di un nobile inglese nel XVI secolo, il quale nei suoi appunti scrisse che in Istria si beveva molto un vino chiamato Prosecho, una volta conosciuto con il nome Pucino.

Altri studiosi ritengono che il Pucino sia invece l’antenato dell’attuale Terrano, vino fermo rosso appartenente alla tradizione del Carso. Ecco che allora il Prosecco potrebbe nascere in Veneto, più precisamente nella zona di Conegliano Valdobbiadene. In effetti, proprio questa regione oggi produce circa l’80% di tutto il Prosecco, mentre il Friuli una percentuale nettamente inferiore. Infatti, si ritiene che tale zona sia stata inclusa nel disciplinare di produzione solamente per “proteggere” la denominazione da eventuali dispute con altri Paesi europei. Si pensi al caso del Tocai, nome a lungo conteso tra Italia e Ungheria: quest’ultima si è aggiudicata il diritto di poter chiamare con il nome “Tokaji” il vino della propria tradizione, proprio perché nella provincia di Borsod-Abaùj-Zamplén è presente una cittadina omonima; invece, il nostro Bel Paese ne è uscito “sconfitto” e ha dovuto rinunciare all’utilizzo della denominazione “Tocai” per designare ciò che oggi prende invece il nome di vino “Friulano”.

Dal momento che recentemente la Croazia ha sollevato una simile questione, perché produce un vino chiamato “Proscek”, ecco che secondo alcuni non si è indugiato ad allargare la zona di produzione del Prosecco fino all’omonima cittadina in provincia di Trieste, per assicurarsi di non perdere anche questa volta l’esclusiva.
Insomma, la storia del Prosecco affonda le radici sia in un passato lontano, sia in più concrete questioni moderne. Inoltri, si badi bene a tenere a mente che tale vino iniziò ad essere frizzante solo tra gli anni Venti e Trenta del ‘900, quando la ditta Malvolti di Conegliano, attraverso il metodo Martinotti, ha dato il via alla produzione del Prosecco che noi oggi tanto apprezziamo.

Il Prosecco ha conquistato proprio tutti!



In termini di produzione, esportazione e consumo il Prosecco, negli ultimi anni, ha scalato tutte le classifiche, diventando il re di tutte le statistiche. Ecco che, prendendo come riferimento lo studio di settore ISMEA, nel 2018 la DOP più grande in assoluto, in termini di volume e valore, è stato proprio il Prosecco: pensate che sono stati imbottigliati quasi tre milioni e mezzo di ettolitri, con una crescita del 7,8% rispetto al 2017, per un valore complessivo di settecento mila euro.

Noi italiani amiamo il Prosecco, così tanto che abbiamo trasmesso questa nostra passione anche a molti altri Paesi, che sembrano non poter più fare a meno di queste bollicine. Si pensi infatti che circa il 60% della produzione totale certificata viene esportata. I nostri più fedeli clienti sono Stati Uniti, Germania, Svizzera e Francia. In particolare, in America o in Germania si registra un costante aumento di domanda del Prosecco, a differenza degli spumanti comuni o dell’Asti, in decrescita da qualche anno. Insomma, o Prosecco o niente!

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